Quando ti autodefinisci in modo così “forte”, entra in gioco il concetto di “responsabilità”: o sei irresponsabile, o ti impegni per meritare sul campo l’appellativo che ti sei assegnato.
Perché un parrucchiere dovrebbe mettersi qui e leggersi questa biografia?
Proprio per la mia autodefinizione.
Fare il parrucchiere oggi è decisamente diverso rispetto anche solo a cinque anni fa, figurarsi rispetto a vent’anni fa.
È diverso ed è più complicato.
Eppure, a cento metri di distanza, puoi trovare un salone in difficoltà e uno in crescita.
Ecco, il mio lavoro, la mia vita professionale, è dedicata a fare in modo che il tuo salone sia quello in crescita.
I venti e passa anni di esperienza che ho trascorso al fianco di migliaia di acconciatori in Italia fanno di me uno dei più autorevoli esperti nel marketing per parrucchieri.
L’esperienza, però, non si misura con gli anni di anzianità:
si misura con i risultati che tale esperienza “produce”.
Per questo il più grosso complimento che mi possono fare i parrucchieri non è quello che arriva a fine corso, ma è quello che mi fanno a distanza di qualche settimana, o di qualche mese, o di qualche anno, per celebrare i risultati che hanno ottenuto coi loro Saloni. Ogni anno, centinaia di parrucchieri sentono il bisogno di testimoniarmi pubblicamente la loro gratitudine, raccontando le opportunità colte, i problemi risolti, le soluzioni trovate, gli obiettivi realizzati, i risultati raggiunti.
Per questo sarebbe inutile che io mi vantassi solo dei “vent’anni di esperienza”: a contare davvero sono i risultati generati dai parrucchieri che mi seguono. I RISULTATI restano la più credibile delle garanzie. E come sono arrivato ad esserti così utile, beh, puoi scoprirlo nelle prossime righe.
La mia storia d’amore con i parrucchieri comincia nel 1996, quando vengo selezionato per sviluppare un progetto per conto di Lluís LLONGUERAS.
Su di lui potrei scrivere un libro, perché certamente mi ha ispirato nel vedere le cose da un’altra prospettiva. Ricordo come fosse ieri il giorno in cui eravamo a pranzo, insieme, a Barcellona.
Lluís LLongueras mi disse: «Sai lele, oggi ho oltre mille dipendenti che fanno i parrucchieri; e molti sono davvero bravissimi, solo che si ostinano a fare i parrucchieri»… In quel momento ho fatto fatica a capire… finché non mi sono ritrovato con voi ai corsi: lì è diventato tutto più chiaro.
La verità è che molti, troppi parrucchieri, continuano a pensare che il loro lavoro consista nel lavare, tagliare, colorare capelli. Così eccomi, oggi, ad affermare che “a parità di talento vince chi lo comunica meglio”. Eccomi, nei corsi come nella manualistica, a ripeterti che “non fai capelli: sei nel marketing del bellessere”, e ancora che “devi andare oltre l’essere artigiano, devi diventare imprenditore, Imprenditore della Bellezza”. Tutto torna.
Prima di conoscere Lluís vedevo i parrucchieri solo in prospettiva “cliente”. A ventidue anni ero anche un buon cliente… in quegli anni, per i maschietti, si usava permanentare i capelli nella parte alta della testa… lì, dove oggi trovi sconfinate praterie, una volta c’erano dei capelli castani!
La passione per il marketing e la vendita mi ha colto che ero ancora decisamente “piccolo”, poco più che ventenne. Ero affascinato dal mondo della pubblicità: in TV molti cambiavano canale quando arrivavano gli spot, io invece me li guardavo e riguardavo, manco fosse ancora “Carosello”.
La vendita, invece, mi ha salvato la vita. Immagina quale prova può essere stata passare da essere un timido quanto introverso ragazzo di paese, a diventare un venditore porta a porta che suona campanelli per proporre corredi e biancheria per la casa!
In effetti dopo l’adolescenza il mio rapporto con me stesso era peggiorato all’inverosimile; letteralmente “non mi sopportavo più”. Eppure la comunicazione efficace era già lì ad influenzare la mia esistenza: ammetto spesso che quel giorno, in quell’ufficio di collocamento, se l’annuncio fosse stato “cerchiamo agenti di vendita”, io oggi, forse, sarei un loculo.
Invece l’annuncio “efficace” era all’incirca “dà una svolta alla tua vita: scegli di lavorare con noi”. È stato in quel periodo che ho scritto una frase “Vivere è vendere, vendere è vivere”; la scrissi perché mi resi conto che, alla fine, vendere me ad una ragazza o guadagnare un trattamento di favore in discoteca o meritarmi uno sconto maggiore in un negozio, funzionava allo stesso modo della vendita di un copriletto.
In pochi mesi passai dall’essere un Calimero con gli occhiali al sentirmi di poter fare qualsiasi cosa. E come spesso accade, i mutamenti troppo repentini portano con sé rischi ed insidie.
Mi misi in proprio incantato da quel delirio di onnipotenza, animato dalla voglia di fare grandi cose… e no, non andò bene. Negli anni ’90, quando quasi tutti riuscivano, dopo un inizio prodigioso, io presi i miei sonori schiaffoni che mi insegnarono cosa significa davvero fare impresa.
Che fossero schiaffoni terapeutici lo capii solo più tardi. Domanda lecita: perché quelle lezioni durissime fecero di me una persona migliore, anziché buttarmi giù?
Beh, io da sempre mi definisco “il primo allievo di me stesso”, e in quel periodo, oltre alla vendita, ebbi modo di sperimentare anche quanto contasse volersi bene e credere in se stessi. Insomma mi dividevo tra gli studi sul marketing, gli studi sulla comunicazione persuasiva e gli studi sull’autostima.
Divorai una montagna di libri. Frequentai un sacco di corsi. E pensare che costavano almeno il triplo di oggi! Il ragazzo che a scuola veniva etichettato col classico “è intelligente ma non si applica”, cominciò a fare tre lavori pur di racimolare i soldi necessari per studiare, per imparare, per capire.
Lasciai subito la facoltà di psicologia quando ad un esame mi ritrovai di fronte ad uno psicologo nevrotico e infelice… mi dissi “ma se lui è psicologo ed è conciato così, a che serve essere psicologi?!”. Così proseguii gli studi da autodidatta: col senno di poi una delle migliori scelte fatte in vita mia.
Non fu un periodo facile. Sentivo di potermi rialzare, ma faticavo a capire che fare, una volta in piedi.
In certi momenti mi aggrappai ai sogni perché i sogni erano l’unica cosa che mi potevo permettere. Anche lì, me lo riconosco, fui bravo a capire che può esistere una bella differenza fra “sognare” e “avere dei sogni”.
Per alcuni, sognare è solo un modo di anestetizzare il tempo, distogliere lo sguardo da qualcosa che non piace o che si vorrebbe diverso. Avere dei sogni, invece, ci chiede di essere più precisi, più specifici. Ci rende quasi più realisti! Ci aiuta ad immaginare meglio, e di più. Pensai che l’Immaginazione è il primo passo verso la Realizzazione, fino a convincermene.
Ricominciai… cominciai. Il talento c’era, le capacità pure… e di gente che conoscesse il marketing, la comunicazione e la motivazione, ce n’era ben poca in giro.
Così mi ritrovai ad essere notato e cercato spesso… ma io avevo messo gli occhi sulla possibilità di occuparmi del marketing e delle vendite per un gruppo di concessionarie auto, in cui stavo lavorando in prova da qualche mese.
Pensavo che fosse quello il mio “destino”… ma non facevo i conti con alcuni pessimi lati del mio carattere: ero troppo permaloso e troppo impulsivo. Così quell’incarico, quello che pensavo sarebbe diventato il mio futuro, non mi venne affidato.
È da quel momento che ho prima cominciato a lavorare forte sulla mia permalosità, e poi ad insegnare agli altri a fare lo stesso. Posso dimostrare che essere permalosi è in assoluto fra i primi ostacoli, se non il primo, verso la propria realizzazione.
Mi leccai le ferite, riconobbi i miei difetti, e soprattutto feci tesoro di ciò che insegnavo spesso: a crederci, a credersi, a credere che, per esempio, “quando si chiude una porta si apre un portone”.
Fu grazie a quel lavoro che mi rifiutarono che ebbi l’opportunità di collaborare con Lluís LLongueras.
Fu grazie a quel lavoro che mi rifiutarono che oggi posso definirmi una persona felice e realizzata.
E per quanto il tempo possa scorrere veloce, continuerò a ringraziare Mario Pettiti e Lucia Ansaldi per avermi fatto scoprire i parrucchieri da una prospettiva differente; prospettiva che mi porta, oggi, a lavorare con loro e per loro, fino ad evolverli da parrucchieri a Imprenditori della Bellezza.
Grazie alla collaborazione con LLongueras venni notato da una multinazionale e da una persona veramente speciale che ho avuto la fortuna di incontrare: Michele Rancati. Michele era direttore commerciale di Intercosmo e mi diede l’opportunità di formare prima i parrucchieri, poi anche la rete vendite.
Quegli anni in Intercosmo, con Michele Rancati, con Renato Zabeo e con tante altre persone di valore, mi insegnarono tanto; non a caso continuo a definire quella multinazionale la mia “mamma professionale”.
Poi come si sa, le aziende più son grandi e più in fretta cambiano persone e scenari, insomma arrivò il momento di salutarci.
Nel 2011 ci salutammo con la multinazionale e mi misi in proprio, con l’ambizioso obiettivo di diventare uno dei migliori, se non il migliore in assoluto. A chi vorrebbe liquidare queste mie parole come “presuntuose” ricordo che se non sei umile non vai da nessuna parte, se sei troppo umile… neanche.
Sempre in quel periodo era cresciuta anche l’intesa con Andrea Lagravinese, un’altra delle splendide persone che ho incontrato nella mia vita. Mentre in proprio io pensavo ai parrucchieri, con Andrea sviluppammo il Sistema Intraprenditori.
Furono anni estremamente impegnativi, in cui spesso riuscii a fare in modo che un’esperienza professionale facesse evolvere anche l’altra, e viceversa. In onestà furono anche gli anni in cui capii il detto “se corri dietro a due conigli non ne prenderai mai nessuno dei due”.
La mia storia d’amore con i parrucchieri continuava ad “innamorarmi”; un amore sempre più ricambiato, impreziosito dalla moltitudine di straordinari risultati che molti miei allievi realizzavano con i loro saloni.
Spesso mi chiedono: «lele qual è il segreto? Perché così tanti parrucchieri che ti seguono crescono in questo modo?»… Mano a mano che cresceva la mia consapevolezza, mi appariva sempre più chiaro che, se volevo davvero lasciare il segno in questa categoria, avrei dovuto creare nuove strade. Crearle!
Una sfida consisteva nel ripensare il marketing appositamente per i parrucchieri. Ormai per me era diventato insopportabile seguire la scia di quei consulenti e formatori che adattavano il marketing universale al mondo dell’hairstyling.
Così scelsi di riscrivere il marketing per parrucchieri.
Con l’orgoglio di un padre che osservava il proprio figlioletto crescere, ho creato il Modello del Marketing Progressivo™, che ha illuminato ed illuminerà la strada di centinaia di acconciatori – i ParrucchieriPRO™ – pronti ad applicarlo, calibrandolo in base alle loro caratteristiche, in base alle loro ambizioni.
Lo slogan che ho coniato, che mi ha ispirato spesso e che continua ad ispirarmi è “finalmente puoi fare marketing con la stessa sicurezza, la stessa passione, gli stessi risultati con cui esegui un taglio, una piega, un colore, un trattamento”.
Rendere semplice ciò che non lo è. Dare forma all’azione. Mettere il parrucchiere al centro del business: farne un imprenditore a tutto tondo, e non schiavo del team o della clientela, dei consulenti o del commercialista.
Sentivo il bisogno di insegnare ai parrucchieri a diventare imprenditori, a riappropriarsi del proprio salone. La sfida era impegnativa, ma dovevo camminare con le mie gambe, senza aziende alle spalle, spesso troppo concentrate sul proprio business, per preoccuparsi di quello dei parrucchieri.
Cercai nuovi partner e ne trovai di validi, come Enrico e Paolo per esempio. E soprattutto come Davide e Gianni Torregiani: in assoluto le persone più autentiche che ho avuto occasione di conoscere in questo mondo.
Insegno spesso che “Vivere è Scegliere”. Nel 2015 mi ritrovai di fronte a due bivi, di cui uno durissimo: combattere per la vita. Per fortuna mi operarono appena in tempo per un melanoma, salvandomi; ancora una volta, in quei giorni, sentii fortissima la presenza dei parrucchieri. Ebbi l’ennesima conferma del loro pregio più prezioso, la sensibilità. La nostra storia d’amore era più viva che mai. Così, al secondo bivio, quello professionale, trovai l’encomiabile disponibilità di Andrea e scelsi di dedicarmi totalmente ai “parrucchieri” … “parrucchieri”…
Io per primo li ho ribattezzati “Imprenditori della Bellezza”: perché oggi occorre andare “oltre” l’essere artigiani: occorre mettersi al centro del proprio business, occorre scegliere i propri obiettivi e le strategie ideali per realizzarli.
Sempre io ho definito i parrucchieri “Creatori di Autostima”: perché attraverso il modo di apparire lavorano sul modo di essere delle persone… Eccola che ritorna: è questa loro empatia, questa loro “sensibilità” che mi ha conquistato. È “lei”, la sensibilità, che mi ha fatto innamorare di loro. Perdutamente.
Come disse Steve Jobs si tratta di connettere dei puntini: le mie tre passioni, per il marketing, per la comunicazione persuasiva e per la crescita personale, si sono combinate ed espresse in modo ideale lavorando al fianco dei parrucchieri e dei loro saloni.
Mi riconosco il merito di aver capito che dovevo lavorare sia sul Metodo, per ispirare le loro azioni, sia sull’Atteggiamento, per motivarli ad agire. Dovevo insegnare loro a mettercela tutta nel fare le cose giuste: è questa combinazione che produce risultati straordinari per tanti parrucchieri, e che fa di me un partner differente dagli altri.
La mia è una promessa coraggiosa: “datemi un parrucchiere di talento che applica il Metodo che insegno, e vi renderò un parrucchiere di successo”. A dispetto dei proclami, come detto esistono centinaia di acconciatori di tutta Italia pronti a confermare che questa promessa viene spesso mantenuta.
Il più bel complimento, insieme ai risultati dei parrucchieri, mi viene fatto sempre più spesso da tanti operatori del settore: “lele, un parrucchiere che ti segue si riconosce, perché ha un suo stile chiaro e in più riesce a comunicarlo in modo impeccabile”.
Ripeto e mi ripeto spesso che guardo alla luna con i piedi per terra, perché il giorno in cui non avrò più voglia di imparare, dovrò smettere di insegnare.
Finché avrò la volontà e la capacità di far evolvere i parrucchieri in Imprenditori della Bellezza, resterò al loro fianco, scrivendo nuove pagine di questa appassionante storia d’amore.
Se dovessi sintetizzare ciò che ho imparato anche grazie ad essa, citerei tre cose: Vivere è Scegliere; Credi in te più di chiunque altro; i Sogni sono l’inizio di tutto. Continuo a credere che siamo qui per esprimere la nostra unicità, per lasciare un segno positivo del nostro passaggio: il mio “segno” è mettere i parrucchieri in condizioni di realizzarsi. Ad ispirarmi è la convinzione che ogni mio profitto deve essere la diretta conseguenza del loro: se loro crescono, anch’io cresco con loro.
Ecco, questo sono io.
Una persona felice e realizzata, anche grazie ai parrucchieri.