Dal tutto per tutti al qualcosa per qualcuno: un esempio illuminante

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Niente deve darti più fastidio dell’essere confuso con concorrenti che non stimi. Quando ti dico che il tuo primo nemico non è la crisi, ma è l’anonimato, è questo che intendo dire. Chi ha frequentato Metodo Salon Coach In Azione, come chi si appresta a frequentarlo, impara una delle lezioni più impegnative: il “tutto per tutti” è finito, morto, sepolto. Non è roba di “ieri”. Platone, il grande filosofo greco, ancora nell’avanti Cristo scrisse: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.”  E allora perché diventa attuale, attualissimo, un concetto così “antico”? Perché siete tanti. Troppi. E non siete affatto “scarsi” come alcuni di voi credono.

Il primo problema è stato poter aprire indiscriminatamente una licenza. Giusto, certo, liberalizziamo. Solo che in Italia inneggiare alla libertà diventa subito un pretesto per togliere libertà a qualcun altro. Così ecco le scuole che rilasciano attestati a gente che non ha ancora capito cosa stia facendo… addirittura deve ancora capire se sia quello il lavoro che vuole fare. Sono in pochi i genitori che insegnano a fare marketing ai figli: “va a scuola, imparati un mestiere, fare capelli lo è perché i capelli ricrescono”… qualcuno fra chi mi legge se le sarà sentite dire ste cose. O le ha sentite dire a suoi collaboratori dai loro genitori. Così non si dà forma a una passione, si “compra” un lavoro, talvolta si diventa dipendenti di sé stessi, dipendente del peggior datore di lavoro, impreparato a fronteggiare un momento storico come questo.

Il secondo problema (si fa per dire) è stato che in mezzo ai troppi improvvisati – falsi imprenditori – poco professionisti – eccetera, si è fatta strada anche una folla di acconciatori ed estetiste che, piaccia o non piaccia a chi legge, sono davvero bravi. Se fino a qualche anno fa su dieci ne trovavi due bravi, oggi ne trovi come minimo la metà. Perché lo definisco “problema”? PERCHÉ SIGNIFICA CHE NEMMENO ESSERE BRAVI NON BASTA PIÙ. Perché significa che nemmeno essere bravi non basta più. Non è un errore di battitura: l’ho voluto ripetere perché se non si parte da qui, non si parte. Ripeti con me: essere bravi non basta più. Poi puoi credere alle favole eh. Puoi credere a chi ti dice “l’importante è metterci passione”… poi si fallisce perché si fanno con passione… le cose sbagliate. Oppure puoi credere a chi ti dice “la gente non ha soldi”… e cominciare a fare sconti selvaggi, salvo poi accorgerti che non funzionano come pensavi, così ti ritrovi a lavorare poco di più e a guadagnare molto di meno. E il peggio è che penserai sia tutta colpa della crisi… quando è soltanto colpa tua, colpa del modo in cui l’hai affrontata.

Ormai ovunque ti dicono che devi DISTINGUERTI, DIFFERENZIARTI. Bellissimi certi proclami per propinare dei corsi… che poi non toccano minimamente l’argomento, se non portando ad esempio Apple e Steve Jobs, o chissà quale altra aziendona… MA TU NON SEI UNA MULTINAZIONALE, tu devi differenziarti in quel paesino cittadina metropoli in cui l’85% dei tuoi concorrenti non ha ancora capito cosa stia succedendo, e si ostina a fare ciò che ha sempre fatto… cosa? Il tutto per tutti.

Veniamo all’esempio che ti ho promesso dopo il titolo. Ogni tanto scelgo di non citare la fonte, ma solo l’esempio. Per evitare che qualcuno cominci con la solfa “eh ma lei non è così… o è cosà…”, che poi divento nervoso. Chiamiamola Pina, la famigerata Pina che cito spesso nei corsi. Pina acconciature: così si chiama il suo salone. Ha sempre pensato che l’unica cosa da fare sia lavorare sodo, e fare – come lei dice, come le hanno insegnato – dei “bei lavori”. Ha un listino basso… ma anche il commercialista l’ha consigliata in tal senso, in fin dei conti lei è in una cittadina di tremila abitanti e si sa, la gente ha meno soldi, eccetera, eccetera. Risparmia su tutto fuorché nell’arredo del salone, che è di buon livello. Niente inaugurazione, per risparmiare. Vetrina con il classico adesivo grigio fino a due terzi. Niente insegna. Listone classico: intendo un foglio A4 con tutti i servizi in un’unica lista.

È BRAVA, PINA.

Bravissima nel fare pieghe che durano un giorno in più. Non vorrebbe fare gli uomini, ma il marito gli dice che non ha senso… anche i suoi amici! E pure il commercialista. Voilà, il tutto per tutti è servito. Le cose partono benino, ma mai nessun decollo, nessuna impennata. Sai quando Thoreau scriveva “Molti uomini hanno vite di quieta disperazione”?… ecco, quella vita in cui talvolta guadagni poco più di quanto guadagneresti da dipendente, talvolta poco meno… finché non arrivano le tasse, l’iva… va beh, si impara tutto. La gente, invece, pare non capire. L’unica cosa che chiedono a Pina è se si può avere una card, o uno sconto. E lei lo fa. Piega a 13 euro, sconto 20% se si va dal martedì al giovedì.

“Molti uomini hanno vite di quieta disperazione”.

Il vero guaio è ritrovarsi in questa situazione e sentirsi vittime… quando si è i carnefici.

Ad un corso di taglio, Pina fa amicizia con una sua collega che se la passa decisamente meglio. La sua collega, Lina, le racconta di tutte le iniziative che fa, del fatto che lei è specializzata nel colore, che ad ogni ricorrenza cambia vetrina, che a fare Zumba ha guadagnato un fisico migliore e tante nuove clienti… Pina è quasi stordita, confusa. Probabilmente si chiede “ma il mio mestiere non è quello di fare capelli?!”. Chissà come, Pina si fa convincere a venire ad un corso con Lina. Questa volta non è un corso di taglio, è un corso di marketing. Aiuto! Il marito a dirle che non dovrebbe andare, che per come vanno le cose bisogna risparmiare e non spendere (atteggiamento tipico di chi non si rende conto che non sta affatto risparmiando, sta solo uccidendo, lentamente, ogni sogno, ogni ambizione. Perché non potrai ottenere risultati diversi continuando a fare le stesse cose).

Fatto sta che Pina è lì, con Lina, un po’ imbarazzata. Quasi spaventata. Ciò che è nuovo ci spaventa… per fortuna la mente fa in fretta a capire che è tutto a posto, tutto ok. Il formatore (io!) comincia a parlare. Mostra esempi, porta elementi su cui riflettere. Pina è frastornata: almeno metà di ciò che le hanno detto tutti si sgretola davanti ai suoi occhi, si scioglie come neve al sole. Ma Pina è sveglia, molto sveglia. Si prende le pause del corso per riflettere su ciò che ha sentito. Pian piano la confusione cede il passo all’eccitazione. Cresce la consapevolezza che sì, si può fare qualcosa! Quella sera stessa Pina decide che cambierà il nome del suo salone.Pochi giorni dopo lo chiamerà LUNA PIENA, il salone delle pieghe uniche.

Quella sera, dopo la prima giornata, trascorre quasi un’ora al telefono col figlio. Il figlio sa bene cosa sia Facebook, la mamma meno, ma ne aveva sentito parlare. Lei a scuola se la cavava bene con l’italiano, è sicura che con l’aiuto del figlio potrà certamente riuscire a fare cosa le ha suggerito il formatore. Il corso è finito, Pina e Lina tornano a casa. Il marito la aspetta, cammina nervosamente nel salotto. Ha paura che a sua moglie abbiano lavato il cervello (tipico di chi non capisce cosa succede davvero ai miei corsi: oltre al Metodo, insegno anche l’Atteggiamento da allenare per applicarlo, a dispetto delle difficoltà: questo fa crescere l’entusiasmo, perché ti toglie quel senso di impotenza che ti ha sempre bloccato e ti fa affrontare le difficoltà con un atteggiamento diverso).

Pina spiega alla sua famiglia cos’ha intenzione di fare. Il marito è sempre più preoccupato. Lei è sempre più convinta.

Vince la diffidenza sbottando, all’ennesima obiezione del marito. A muso duro lei le dice “ma insomma, cos’ho da perdere? È questa la vita che devo continuare a fare? O vogliamo qualcosa di meglio?”. Il marito crede in Pina, la ama troppo per non leggere che davvero è convinta, così la asseconda… infine si fa contagiare dal suo entusiasmo. In cuor suo si augura che vada esattamente come lei pensa. L’amore è anche questo: fidarsi, prima di giudicare. Tre mesi e dovrà cambiare tutto. Non “domattina”, o la gente penserebbe che Pina è impazzita. Via i biglietti da visita, si cambia. Via la satinatura, ecco una bella immagine a tutta vetrina. Cambia il listino: non più un listone, ma un listino ripartito per categorie: stilistico, tecnico, colore, trattamento. E sulle pieghe uniche c’è uno spazio evidenziato, con sette diversi tipi di acconciatura. Sette! Pina sceglie una nuova linea per la detersione. Basta shampoo in tanica: al lavatesta si usa ciò che poi si vuole proporre alla clientela per il mantenimento a casa!

Gli uomini se ne facciano una ragione, non c’è più spazio per loro. Del resto erano una decina, ma Pina vuol dare un tocco decisamente femminile alle pareti.. pareti che devono raccontare la Luna Piena e le pieghe uniche, fiore all’occhiello del Salone.

Per l’inaugurazione c’è l’amica del cuore e la sua pasticceria. Un paio di idee e nasce anche la prima collaborazione che porterà Pina ad essere conosciuta fra i clienti della pasticceria: per una settimana un pasticcino offerto ai clienti della pasticceria, con una lettera imbustata che racconta cosa fa Pina. Niente sconti, solo informazioni: “le donne devono capire cosa sia una piega unica e perché se la vogliono devono venire a farsela fare da me!”.

Il figlio aiuta mamma Pina con Facebook. All’inaugurazione Pina sembra una via di mezzo fra una star e una paparazza. Pina è felice. Suo marito si emoziona ogni volta che la guarda, era tanto che non la vedeva così raggiante, si commuove. Che bella è la vita quando cogli le piccole cose! E il marito non sa che di lì a poco si ritroverà in una pista da ballo… “perché così ci divertiamo e conosciamo gente”. Lui è tipo un palo della luce, ma ultimamente mi ha detto che comincia ad essere un palo che si muove piuttosto bene (sì, ha voluto conoscermi).

Questa è la storia di Pina e di Luna Piena.

Un anno dopo, metà della clientela iniziale non c’è più. Pina adesso mi dice di riconoscersi moltissimo nella sua clientela attuale: “lele quando le vedo entrare mi rendo conto che spesso vengono proprio quelle che vorrei io!”… ve lo dico che siete voi a scegliervi la clientela. Un anno dopo, Pina ha assunto due apprendiste. La seconda è solo in prova, bisogna fare i passi uno dopo l’altro, “vediamo se riusciamo a meritarcela”, mi dice.

Nel suo paese (e anche nei dintorni) ormai Pina è la signora della piega… per qualcuno la signora della luna… per qualcun altro quella della LUNA PIEGA !!! UNA PIEGA, la Piega Unica! Salutiamo Pina. Se fosse qui ti direbbe: Fa bene tutto, certo, ma FATTI RICONOSCERE PER QUALCOSA.

Gil Amelio: è impossibile essere i numeri uno in tutto, ma è necessario diventare i numeri uno in qualcosa. Puoi credere a lui e a me, o puoi continuare a credere a chi ti parla della crisi, degli sconti, del tutto per tutti.

I nomi sono inventati. Pina, invece esiste veramente. Le avevo promesso che avrei rispettato la sua privacy, come le avrei detto che sentivo di doverle questo post. A lei e a suo marito. E sentivo di doverlo a te, che mi leggi. Voglio che tu ti renda conto di chi sono, prima ancora di cosa io possa fare per te.

Cambiare è difficile. Per questo sono in pochi a farlo. Per questo tra quei pochi troverai molti di coloro che la gente invidia. Puoi farti ispirare da Pina, o puoi fare come ha fatto lei, nel caso ci vediamo al corso. Ciò che conta in questo momento è solo… Platone:

“Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti.”

Grazie Platone.