Per gestire un salone, oggi, un parrucchiere deve unire le capacità tecniche alle competenze imprenditoriali. Questo è ormai un dato di fatto, indiscutibile. Ma se si vuole un salone di successo, occorre integrare un terzo elemento: la comunicazione.
Infatti, la realtà ci dimostra quotidianamente che a parità di talento vince chi comunica meglio. Calata nel nostro settore, questa riflessione significa che la capacità di comunicare deve eguagliare se non superare la capacità di fare capelli.
Vietato sprecare opportunità
Il modo di comunicare influenza a tutto tondo l’attività; non riguarda solo la comunicazione con i colleghi, lo staff o i clienti. Stiamo parlando di una comunicazione a tutto tondo, che, se ben indirizzata non solo conquista o fidelizza i clienti, ma crea anche una rete relazionale che può far crescere l’attività. Tutti i giorni vedo un sacco di gente che spreca opportunità clamorose per il suo modo di comunicare. Nei miei incontri con i parrucchieri invito sempre a considerare la comunicazione non solo come un valore aggiunto, bensì proprio come parte essenziale del proprio modo di essere e di lavorare. Comunicare deve diventare parte integrante ed essenziale del mestiere dell’hairstylist.
Rispetto a molte altre categorie, i parrucchieri possiedono per natura uno strumento potentissimo per la comunicazione: la sensibilità. E la sensibilità viaggia a braccetto con l’empatia, intesa come la capacità di mettersi nei panni degli altri. L’empatia sta alla base della comunicazione.
Ci aiuta tanto a concentrarci sugli altri senza proiettare noi stessi in loro. Ci aiuta a capire meglio. Ci aiuta a comunicare in modo più efficace e ad essere più utili. Ci aiuta a farci apprezzare di più!
Il valore dell’empatia
L’empatia influenza ogni momento del processo comunicativo, che possiamo sintetizzare in Domandare, Ascoltare, Parlare. Con le domande ci impegniamo a domandare all’interlocutore cosa sa, cosa pensa, cosa si aspetta; con l’ascolto ci concentriamo di più e meglio sulle sue risposte; così, quando è il nostro turno di parlare, possiamo farlo al meglio.
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