Fra i tanti atteggiamenti discutibili che noto quando le persone incontrano difficoltà, o commettono errori, due si distinguono nettamente da tutti gli altri.
Il primo è la sistematica ricerca della giustificazione.
Quel maledettissimo vizio di scaricare la colpa su qualcos’altro, o qualcun altro. C’è qualcosa di più irritante di sentire qualcuno affermare “non dipende da me”? Uno si giustifica perché, lì per lì, sembra un sollievo… in realtà giustificarsi è dannosissimo: questo scaricabarile danneggia in primis chi lo usa. Rende impotenti, toglie energie, abbassa autostima e consapevolezza, ridimensiona la fiducia in se stessi, negli altri, nel futuro.
Nel Tour Scegliere Atteggiamento ho messo in guardia dai “ma” e dai “però”, fonti inesauribili di giustificazioni, alibi, scuse. Fonti inesauribili di delusioni, frustrazioni, limiti.
Perciò la prossima volta che vuoi abbuffarti di dolci dicendo che la colpa è di questo o quello, sappi che ti stai prendendo in giro da solo. Se ingrassi non è per colpa di qualcuno o qualcosa, è solo perché mangi troppo e fai troppo poco movimento. Punto.
Se il primo atteggiamento discutibile è la ricerca della giustificazione, il secondo è l’eccessivo peso che attribuiamo ad ogni problema, ad ogni errore. Per favore evitiamo di scomodare i soliti estremismi: in verità la maggioranza degli errori che commettiamo possono aprirci porte che non avremo mai potuto varcare.
Ho perso il conto di quanti errori si siano poi rivelati delle opportunità, per chi ha saputo dedicare poche energie al “problema” e concentrarsi subito sulla soluzione. In questo senso l’errore più classico consiste nel massacrare se stessi, auto-insultarsi, affermare – o peggio pensare – che non siamo “mai” capaci di fare la cosa giusta.
Ciò che è oggettivo (ho preso un rimprovero) diventa soggettivo (sono un idiota); ciò che è temporaneo (ho tamponato) diventa permanente (la vita è uno schifo)…
ancora una volta ci ritroviamo a modificare la sostanza di ciò che accade, e lo facciamo peggiorando le cose.
Spesso chi commette il primo errore (giustificarsi) lo fa per evitare il secondo (eccesso di colpa)… della serie due modi sbagliati di procedere.
Il consiglio è di ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ, SEMPRE.
Non tanto, non solo di ciò che è accaduto: si tratta soprattutto di ASSUMERSI LA RESPONSABILITÀ DI COME AGIREMO DI FRONTE A QUANTO È ACCADUTO!
Che si tratti di un problema o di una difficoltà, di un evento sfortunato o di un errore, chiediti subito COME PUOI AGIRE, QUAL È LA MIGLIOR COSA CHE PUOI FARE. Fatti ispirare dal passato se hai già vissuto situazioni simili; fatti ispirare dal futuro per individuare quale sia la migliore opzione.
Concentrati sulla soluzione. Sentiti in grado di superare la cosa, di muoverti al meglio. Pensa a come questa “prova” possa renderti migliore, e più forte.
Assumiti la responsabilità di provarci, di imparare, di agire, di crescere, di migliorare.
Comunque vada, comunque vada, diventerai una persona migliore già solo perché hai scelto di ASSUMERTI LA RESPONSABILITÀ.
Questo vale a livello individuale come a livello di gruppo, di fronte allo specchio come in casa o in azienda.
Pochi giorni fa Mark Zuckerberg, ospite della Luiss di Roma, ha fra l’altro affermato che “in Facebook cataloghiamo le idee sbagliate, imparando dagli errori, così impariamo nella maniera più rapida possibile, e costruiamo più velocemente rispetto agli altri: siamo applicati su apprendimento continuo in breve lasso di tempo”.
Rifiuta le giustificazioni e smettila di colpevolizzarti: assumiti la responsabilità e probabilmente, presto o tardi, benedirai “quel” problema, “quella” situazione complicata, “quel” momento difficile, “quell’errore”.
Lelio “lele” Canavero