Un cocktail degno del miglior bartender – killer. Un cocktail avvelenato che rischia di rivelarsi letale per chi lo beve.
E pensare che reddito di cittadinanza e covid insieme potevano rivelarsi una grande opportunità. 
Evita di cercare di capire: se non leggi tutto l’articolo, ti sarà impossibile.
Ritorniamo al cocktail degno del miglior bartender – killer.
Prima di condividere la ricetta, ci hai fatto caso?
Mai come in questo periodo tante persone sembrano apatiche, abuliche, frenate.
Il reddito di fannullonanza, soprattutto in Italia, ha spazzato via quella voglia di dominare il mondo che ha fatto del Made in Italy ciò che ovunque, seppure a denti stretti, ci riconoscono.
Il cocktail è stato completato dal covid, che ha mandato fuori giri moltitudini di persone, a volte drogate di smart working, altre intimorite, altre semplicemente assecondate dalla società nel loro viaggio verso la pigrizia.
A proposito, sia chiaro, essere pigri è soprattutto una scelta.
Potete star qui a raccontarcela e a raccontarvela: caldo, pressione bassa, problemi personali POTETE METTERLE TUTTE NELLO STESSO CONTENITORE CHIAMATO “SCUSE”.
Cosa è successo nella realtà?
In tanti hanno scelto la scorciatoia, la strada più facile, quella fatta apposta per farci passare i mediocri e i deboli.
Del resto la scienza, anche in questo caso, è lapidaria: il 40% delle persone non è mentalmente in grado di sostenere un periodo complicato come quello che stiamo attraversando. 
Mentre la minoranza, di fronte al rischio di sconfitta, alza l’asticella e raddoppia l’impegno, chi ha paura di perdere e non ha voglia di lottare, sceglie di abbandonare il campo di gioco.
Il cocktail del bartender killer è composto di paura, covid, reddito di fannullonanza e demagogia.
Quella demagogia che presto manderà alla deriva decine di migliaia di persone, non del tutto consapevoli che la battaglia tra il denaro e il tempo non è reale. 
Molte persone fanno benissimo a licenziarsi, a fermarsi per riflettere, per crearsi nuove opzioni.
C’è chi può permettersi di farlo, perché può reinventarsi, come c’è chi andrà incontro ad una drammatica, cocente, a volte irreversibile delusione.
Per quanto i demagoghi cerchino di convincerti: tempo e denaro non sono in competizione fra loro, è la capacità di gestire entrambi a fare tutta la differenza del mondo.
Prima, però, è giusto chiarire una cosa: il covid ha contribuito a scoperchiare un cesto di serpi; imprenditori disonesti, o troppo ingenui e incapaci per essere imprenditori.
Imprenditori che additano gli abusivi, salvo poi fare nero come piovesse e peggio sfruttare i collaboratori con contratti al limite del surreale.
È la solita storia del corvo che dice al merlo “come sei nero!”.
PRIMA di lamentarti degli abusivi, chiediti quanto nero fai sul totale dei tuoi incassi!
PRIMA di lamentarti dei giovani, chiediti se li hai inquadrati bene e se li paghi abbastanza!
Se sei qui, se vuoi davvero diventare Imprenditore della Bellezza, devi imparare la gestione imprenditoriale del salone.
  • SE VUOI I MIGLIORI COLLABORATORI, devi chiedere loro qualcosa in più… ed offrire qualcosa in più.
  • SE VUOI OFFRIRE QUALCOSA IN PIÙ, devi saperti meritare la clientela giusta e avere dei listini coerenti.
  • SE VUOI DEI LISTINI COERENTI, devi imparare a valorizzare il tuo talento attraverso il marketing.
  • SE VUOI FARE TUTTO QUESTO, devi allenare la persona più importante di tutte: TU.

Prima che per i soldi o per la clientela,

TU LAVORI PER TE.

Fino a “ieri”, se non lo avessi fatto, sarebbe andata più o meno bene comunque. Potevi trascurarti, trascurare, avere alti e bassi, nel mercato c’era spazio per tutti.
Oggi è a te che devi il tuo successo: non “solo” a te, ma “anzitutto” a te!
Oggi è da te che devi il tuo successo.
I risultati che produci sono il perfetto riflesso di come lavori e di come ti proponi. La qualità dei tuoi risultati è imprescindibile da come lavori e ti proponi. La qualità di come lavori e ti proponi è imprescindibile da come stai con te.
QUANDO MANCA SERENITÀ MANCA ENERGIA.
Serenità: “assenza di turbamento, limpida armonia spirituale”.
Energia: “l’attitudine a produrre qualsiasi movimento o attività“.
ENERGIA = CAPACITÀ DI AGIRE.
Wikipedia ci insegna che in Francia “énergie” è usato dal XV secolo nel senso di “forza in azione“, mentre in Inghilterra è sinonimo di “forza o vigore di espressione“.
Personalmente parlo più spesso di “atteggiamento” che non di “energia”. 
Se lo faccio anche oggi, è perché a mio avviso IL TUO ATTEGGIAMENTO PUÒ RICARICARE O SCARICARE IL TUO LIVELLO DI ENERGIA.
Quando vi sento affermare che a volte il vostro atteggiamento è sbagliato perché siete stanchi o stressati (ovvero “manca energia”), so bene che state invertendo il problema.
Manca energia perché sbagliate troppo spesso atteggiamento.
Sbagliate troppo spesso atteggiamento:
  • più concentrati sui problemi che non sulle soluzioni
  • più su ciò che non va che non su ciò che funziona
  • più sugli errori commessi che non su ciò che fate bene
Il peggio è che, appena qualcuno prova a parlarvi di “atteggiamento” e di “motivazione”, in troppi cadete – di nuovo – nella trappola della demagogia.
Fate un gran mix, accostando subito la motivazione ai motivatori. Deridete i motivatori e poi vi lamentate perché intorno a voi, se non a voi stessi, manca motivazione? 
Essere persone motivate è essenziale, soprattutto in momenti complicati come questo.
Già altrove ho scritto e parlato a profusione della motivazione: qui, oggi, farò una cosa diversa.
Solo un piccolo promemoria:

Fare il motivatore non significa affatto “motivare” le persone: significa mettere le persone in condizioni di imparare a motivare se stesse.

Perché nessuno può motivarti meglio di te!
Chi avrà mai più energia, fra una persona motivata e una persona demotivata?
La performance varia in base a tre aspetti: tecnica (talento), corpo e mente. Vale per uno sportivo come per un cantante come per te in salone. Alla base c’è il livello di energia che riesci ad esprimere, ovvero, c’è ogni atteggiamento che scegli di adottare. Tutto il lavoro che puoi fare, dunque, comincia da te e lo strumento utile a dare il meglio si chiama Equilibrio.
È l’ingrediente che potenzia l’energia.
Più sei in equilibrio con te, con ciò che sei, con ciò che vuoi fare, con ciò che vuoi diventare, maggiore sarà la disponibilità di energia a cui tu potrai accedere.
Per quanto ti sembri elementare, o fin troppo semplice, tutto comincia dalla capacità di dirti:

MI VOGLIO PROPRIO BENE.

È questo l’esercizio che ti esorto a fare. Comincia a far caso a quante volte te lo dici, oggi.
Poi vai ad “inserirlo” dove di solito manca.
Per esempio, al mattino di fronte allo specchio, o quando devi affrontare una prova impegnativa o anomala, o quando qualcosa ti è riuscito oppure no.
Impara a volerti bene!
E il primo modo per farlo… è dirtelo:

MI VOGLIO PROPRIO BENE.

Riconosciti la possibilità di evolverti, e insieme il fatto che non andrà sempre tutto come vuoi, come pensavi.
Problemi, difficoltà, sconfitte, contribuiranno a fare di te la Persona che puoi diventare, nel momento in cui comincerai a ripeterti in modo autentico, sentito, sincero:

MI VOGLIO PROPRIO BENE.

Stai affrontando una vita apparentemente agiata, eppure evidentemente complessa. Il modo in cui scegli di interpretare ciò che accade è determinante, decisivo.
Il modo in cui “stai con te”, ciò che pensi di te, cambia le regole del gioco, rivoluziona il contesto.
Ricordati che il piacere di provarci deve essere pari al desiderio di riuscirci.

IL PIACERE DI PROVARCI DEVE ESSERE PARI AL DESIDERIO DI RIUSCIRCI!

Cosa intendo?
Che il viaggio deve essere attraente e desiderato, quanto la meta.
Goditi ogni prova, ogni sfida, ogni momento, nessuno escluso.
Impara a volerti bene sul serio!
Impara a credere in te, in ciò che puoi diventare.
Impara a credere nei tuoi sogni e nella tua capacità di realizzarli.
Affronta ogni prova con serenità, con equilibrio, con energia.
Detto da me a te Imprenditore della Bellezza:
Forse hai ragione, non è semplice.
PROPRIO PER QUESTO VALE LA PENA DI PROVARCI.
“MI VOGLIO PROPRIO BENE”.
Fa di questo mantra il tuo punto di partenza.

Così, senza giri di parole…

Come puoi occuparti dello stile delle persone… se tu non hai uno stile o non hai un’idea chiara di che cosa sia?

 

Che cosa mi chiedono i parrucchieri? O qualcosa sui clienti, o qualcosa sui soldi.

 

Sui soldi mi chiedono come fare a guadagnare di più… o come mai lavorano tanto e guadagnano meno di quanto, secondo loro, dovrebbero guadagnare.

Spesso il problema è “figlio” di due cause:

  • o sopravvalutano i profitti che è lecito rimangano in riferimento a quanto si incassa…
  • o sottovalutano che i clienti non sono tutti uguali, proprio come gli incassi.

 

Così, ben presto, si arriva a capire che SONO I CLIENTI GIUSTI A CREARE PROFITTI.

 

Non è solo una questione di quanti incassi fai, è soprattutto una questione di “come” sono questi incassi.

I MIGLIORI CLIENTI GENERANO I MARGINI PIÙ ALTI. Voilà, ecco fatto, è tutto qui.

 

Ehm… quasi tutto.

 

Come si fa ad avere i clienti migliori?

In due modi.

Il tuo modo di lavorare PIÙ il tuo modo di comunicare.

In altre parole… TALENTO PIÙ STILE.

 

QUAL È IL CONNUBIO PIÙ POTENTE PER CONQUISTARE E FIDELIZZARE LA CLIENTELA IDEALE?

TALENTO PIÙ STILE.

 

Saper lavorare PIÙ saper comunicare.

 

Non a caso ripeto anche più volte al giorno che “a parità di talento vince chi lo comunica meglio”.

 

Se hai talento e non hai stile, le persone fanno fatica ad arrivare.

Se hai stile e non talento, le persone molto presto non torneranno.

 

Se “confezioni” il tuo talento in uno stile che ti renda unico e riconoscibile, farai clienti e profitti a palate.

 

Dici che la faccio troppo facile? Sbagli.

 

E sia chiaro: è “semplice”, non “facile”.

C’è un’enorme differenza fra “facile” e “semplice”.

Ciò che è facile non richiede istruzioni, ciò che è semplice… lo è soltanto grazie ad esse.

Da quando mi sono reso conto che vi riesce maledettamente facile rendervi le cose difficili, ho deciso di lavorare per rendervi semplice ciò che semplice non è.

È QUESTO che faccio, con te e per te.

Anche in questo articolo… e giovedì 27 maggio nella #giovediretta.

 

Cosa significa avere uno stile?

Prova a risponderti… prima di proseguire, rispondi tu a questa domanda.

Fatto?

Bene, procedi con la lettura.

 

Ti propongo una risposta… ti piacerà, sono pronto a scommetterci.

POI… ti piacerà un po’ meno quando scoprirai chi ne è l’autore.

 

“LO STILE È IL MODO IN CUI AFFRONTO LA VITA”.

 

È un concetto che ha scritto Lapo Elkann nel suo libro “le regole del mio stile”.

 

Premetto che non sono al mondo per giudicarlo: sono al mondo per godermelo”.

Ergo lascio poco spazio alla critica e al giudizio, mentre ne riservo parecchio a FARMI ISPIRARE.

Non a caso ho scritto che cerco di prendere il meglio del meglio di tutti.

 

In questa frase di Lapo ho trovato ciò che cercavo.

LO STILE È IL MODO IN CUI AFFRONTO LA VITA.

 

Subito mi chiarisce che non c’è un modo di essere a casa e un modo di essere al lavoro.

Cosa dovrei, essere amorevole coi figli e severissimo coi collaboratori?

NO.

SONO UNO.

Voglio essere la migliore espressione di me stesso.

 

LO STILE È IL MODO IN CUI AFFRONTO LA VITA.

 

È il modo in cui rendo inconfondibile me ed ogni mia comunicazione.

Più il mio stile è inconfondibile, più ogni mia comunicazione è più efficace.

Più il mio stile è inconfondibile e la mia comunicazione è efficace, più cresce la mia autorevolezza.

 

Talento, stile, autorevolezza

AUTOREVOLEZZA.

L’autorevolezza è un “limitatore”.

 

Cosa intendo?

Se voglio farmi pagare “bene”, per prima cosa devo far crescere la mia autorevolezza.

Se la mia autorevolezza è bassa o media, posso scordarmi di farmi pagare bene.

 

TALENTO, STILE, AUTOREVOLEZZA.

Eccolo il triangolo su cui devi lavorare, per prosperare.

E sappilo: non è affatto solo una questione economica.

È IL MODO IN CUI LA TUA IDENTITÀ PROFESSIONALE IMPATTA SULLA TUA VITA.

 

Stile ed Autorevolezza, proprio come il Talento, SI COSTRUISCONO.

 

Fortunatamente commette un grave errore chi suppone che uno lo stile ce l’ha o non ce l’ha.

Lo Stile non solo si crea: SI EVOLVE.

Si allena, si affina, si “diventa”.

TU NON DEVI “AVERE” UNO STILE: DEVI “ESSERLO”.

 

L’apparenza rende visibile la sostanza

Essere è il presupposto essenziale per apparire.

Quando cerchi di apparire più di ciò che sei, diventi meno autentico, meno credibile… MENO AUTOREVOLE.

ESSERE AUTOREVOLI È IL REGALO PIÙ BELLO CHE POSSIAMO FARE, A NOI STESSI ED AGLI ALTRI.

 

Come ho scritto nel titolo, l’apparenza rende visibile la sostanza: a parità di talento vince chi lo comunica meglio.

Il nostro modo di apparire e di comunicare può renderci più o meno autorevoli, e l’essere più o meno autorevoli cambia il modo in cui ci vedono i collaboratori e i colleghi, i clienti acquisiti e quelli potenziali.

Poche cose ci renderanno quanto il lavoro che faremo sulla nostra autorevolezza.

 

Ogni Parrucchiere, ogni Estetista, ogni Imprenditore della Bellezza, deve fare uno sforzo importante: DISTINGUERE SE STESSO DAL PROPRIO SALONE.

 

Ebbene sì. Puoi essere una ditta individuale e lavorare da sola, eppure la logica non cambia:

TU E IL TUO SALONE SIETE DUE COSE DIVERSE.

 

Non conta se il tuo salone sia grande o piccolo: quel che conta è che la gente sceglie soprattutto TE.

E TI sceglie in base a ciò che si dice di te, a ciò che sa di te!

 

Per questo per te è fondamentale RENDERE INCONFONDIBILE IL TUO STILE.

 

Quando il Tuo Stile esprime la Tua Unicità, si moltiplicano i clienti nuovi perché cresce il passaparola. Si moltiplicano i consensi in salone. Si parla meglio e ovunque di te e del tuo modo di lavorare… SI PARLA DI TE E DEL TUO STILE.

 

A questo punto la domanda che ti devo fare è semplice: COSA STAI FACENDO IN CONCRETO OGGI, PER DEFINIRE, VALORIZZARE, ESPRIMERE IL TUO STILE?

 

Perché questo è un passaggio chiave se vuoi svolgere al meglio la tua splendida professione!

QUANDO MIGLIORI L’IMMAGINE DELLE PERSONE, MIGLIORI LE PERSONE.

 

Perciò dimmi: come puoi aspettarti che una persona che deve affidarti il suo Stile scelga di affidarlo ad una persona che uno stile non ce l’ha?!

 

Perché va ripetuto… va sottolineato: se vuoi lavorare sullo Stile delle persone, è dal tuo Stile che devi cominciare!

 

Perciò te lo chiedo una seconda volta: COSA STAI FACENDO IN CONCRETO OGGI, PER DEFINIRE, VALORIZZARE, ESPRIMERE IL TUO STILE?

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